nata a Pradamano
nel 1979
vive a Pradamano
lavora a Udine
Una specie di cocciutissimo gioco di bimba.
Ma è l’affermazione di riconoscimento.
Letizia costruisce le sue “bambole” assemblando ritagli provenienti da espressioni di glamour estremo, le patinate riviste di moda e le preziose decorazioni di Klimt. Nascono entrambe da una proiezione astratta del corpo trasformato in materiale da decorazione. Lei, direi, insiste, anche deturpando, anche cercando una specie di tridimensionalità.
Le esperienze della sua formazione sembravano indirizzare la sua ricerca da tutt’altra parte ma, come lei dice:
“…ma ero acerba e lontana da quella dimensione femminile che ho scoperto intorno ai 25 anni, quando finalmente mi sono sentita meno arrabbiata e combattiva, più vicina alle figure della mia famiglia, mia madre, mia nonna. Penso faccia parte di un ciclo naturale, un sentimento che si collega alla maturità e al senso materno”.
di Eleonora Gregorat
Il termine icona deriva dal greco "eikon", che può essere tradotto con immagine, e indica una raffigurazione sacra dipinta su tavola.
La realizzazione di queste icone avviene tramite la tecnica del disegno e del collage e si ispira al mondo della bellezza femminile, nonchè tematica principale delle opere dell'artista.
Il collage è stato eseguito attraverso una preventiva ed accurata ricerca di immagini di donne su riviste femminili: donne bellissime, irraggiungibili, appartenenti al mondo della moda, ma spesso inespressive, patinate, annoiate. Si tratta di un prototipo femminile proposto ed ostentato dalla società e dai media come modello ideale da imitare, da raggiungere.
Inoltre nell'insieme dell'opera, sono evidenti riferimenti stilistici dell'arte di Gustav Klimt (1862-1918), non solo attraverso l'uso massiccio del colore oro (tipico anche delle Icone), ma anche per la ripetitività dei simboli.
Attraverso l'uso della scomposizione dell'immagine e della sua rielaborazione, l'artista vuole ridare un'identità diversa al soggetto iniziale ovvero un'identità reale, femminile, con precisi riferimenti alla natura materna e procreativa della donna. E' come dire che il profano diventa sacro.
Lo scopo finale dell'artista è di demitizzare quell'ideale femminile costruito dai vari mezzi di comunicazione ad uso e consumo della società attuale portandolo ad un livello emozionale e poetico.
di Martina B.