11/03/10

Emanuela Biancuzzi



Emanuela Biancuzzi

nata a Cvidale del Friuli
nel secolo scorso

vive a Udine

lavora: altrove
manubaubau@email.it





Adrenalinica, donna di temperamento, animata da un rigore misterioso, per fortuna applicato al bene. Innocenza armata, dicevo di lei , vale ancora.

Si concentra sempre sul tema animalista, ma dal lato della vendetta. I suoi nervi reclamano un tributo di immaginazione sadica, per sopportare la lettura di “Ecocidio di Jeremy Rifkin” , progetta un’opera “germinale” perché è solo una parte di una catena di smontaggio. Appunti visivi di immagini ossessive che stanno prendendo la forma di una coreografia, come da sempre le riesce spontaneo fare. La forza delle sue visioni viene da un profondo senso di identificazione col dolore degli animali, perché, come dice:
“Ovviamente non li considero degli "elementi" e neanche come una parte importante della mia vita... Sono la mia stessa esistenza”.
E “Sotterranea, invasiva e pervasiva” è la dimensione in cui agisce.
di Eleonora Gregorat



La tematica ecologista e gli animali sono parte integrante delle illustrazioni di Emanuela Biancuzzi.
La ricerca attraverso la quale prende forma quest'opera è basata sulla lettura di "Ecocibio" di Jeremy Rifkin, ovvero l'accusa contro quella che egli chiama la "cultura della bistecca". Lettura che ha influenzato e confermato alcune ricerche e convinzioni già presenti nel pensiero dell'artista.
Qui il soggetto bovino, protagonista del libro nonchè del racconto illustrato, subisce degli attacchi da parte di alcuni personaggi che rappresenterebbero l'uomo, ma che in realtà si avvicinano molto di più alla sfera del non-umano, dello zombie, dello scheletro. Personaggi questi ultimi, significativi perchè si conformano simbolicamente ad una dimensione disumana, la stessa che viene inflitta all'animale.
Attraverso l'illustrazione l'autrice vuole evidenziare una protesta nei confronti della società che tende ad avere una maggiore consapevolezza del "finto" rispetto alla realtà, scansando per convenienza le scomode realtà. Arte come messaggio della dimensione sociale.
Volutamente l'opera è priva di cornice, questo per creare e manifestare l'esigenza di espansione dell'opera stessa privata di convenzionali confini. Una continua evoluzione verso lo spazio circostante, creando così anche un dialogo sempre in movimento tra opera-autore-spettatore. Se il tema dell'opera appartiene al concetto di contaminazione, anche i limiti fisici, materici del foglio fanno parte della stessa sfera significativa.
di Martina B.